Zibaldone poetico degli Uccelli nidificanti in Italia

 

Un soffio sulla Terra


A cura di Aldo Martina

“FA-UNA COSA GIUSTA: DIVULGA!” Gruppo pubblico di divulgazione scientifica



 Angelo Meschini è un collega di avventure, amico e prolifico scrittore. Forse, prima di tutto, dovrei dire che è un ornitologo, uno di quegli "strani" individui  (come me e tanti altri) sempre con il naso per aria e il binocolo incollato addosso. Ho scritto di lui in un precedente blog (Natura, Maremma ed Ecologia Mediterranea) perciò non mi dilungo oltre, ora è giunto il momento di svelare  - sperando che non se la prenda - un'altra faccia di Angelo ("Okkione", per gli amici), l'ennesima, ma fra tutte la più nascosta, criptica, per usare un termine tanto caro a noi zoologi. Beh, l'avete capito osservando la bella copertina del suo ultimo libro: UN SOFFIO SULLA TERRA (Edizioni MEF). Uno "Zibaldone poetico", scrive lui, un pensiero evoluto come fu per Leopardi, aggiungo io, dove la poesia dedicata agli uccelli diventa un vero e proprio stadio di climax per l'ornitologo. Cosa c'è, oltre lo studio, la comprensione, lo scatto fotografico, il disegno? C'è la riconoscenza verso quel mondo alato che Angelo, con delicatezza e umorismo, propone in versi. Si tratta di un riconoscimento intimo, scritto per sé come un diario di campo, ma ora è venuto alla luce e diventa patrimonio per tutti noi. Perché dall'intimo Angelo è passato alla condivisione? Io credo che la risposta sia ovvia: perché la Natura vive anche grazie a come ognuno di noi la vede e la descrive, la Natura, e con lei ogni forma di vita, non deve essere celata ma scrutata. Quale miglior modo di farlo se non attraverso le poesie di campo di Angelo? 

L'ornitologia in versi: "quasi due anni di lavoro per concepire un'opera che desse ali alle parole, le parole alle ali". 
Qualcuno dice che le parole sono come il vento... volano via. Quelle del nostro autore non sono così, sono speciali, rimangono impresse, esattamente come le penne degli uccelli che firmano una straordinaria storia che dura da oltre 200 milioni di anni.

Ho scelto una poesia, con difficoltà devo riconoscere, fra le tante che arricchiscono il bel libro di Angelo. E' dedicata ad un uccello che mi mette gioia quando arriva e nostalgia quando riparte dopo appena un paio di mesi, qui in Primiero, dove vivo. Si tratta del rondone comune. Un uccello confuso e poco noto ai più, ma sorprendente per le incredibili capacità di "essere alato", ora è in Africa, lontano, ma leggendo i versi che Angelo gli dedica mi sembra di sentirne la voce. Alzo gli occhi. "Eccolo!" Veloce come una freccia esce dalle grigie nuvole ed entra direttamente nel cuore. Un grande cuore, come quello di Angelo.

Rondone comune

lestremo zen

delle tue traiettorie

dipingono le storie

di acrobazie fatali

di copule e frattali

la vita in un soffio

daria e non sai dire

se quellincanto

speso solo in ala

sia pura libertà

o lobbligo

che ammala

il tuo fender la terra

in frac e martingala


 

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